di Alessandro D’Avenia
Il nostro tempo non ha più tempo. E non perché la vita sia sempre più veloce come i bit, accelerazione ultima di quella macchina a vapore che aveva incantato, al suo apparire, le menti più impressionabili con l’idea di progresso lineare che ci avrebbe liberato da ogni incombenza, dolore, fatica, persino dalla morte. No. Dolore, fatica e morte ce li teniamo, anzi in aggiunta non abbiamo più tempo. Non – ripeto – a causa dell’accelerazione della vita, ma dell’assentarsi della vita, perché la acceleriamo proprio per la sua assenza, affannandoci di più a cercarla dove non è. Quando ci manca il tempo siamo noi ad averlo smarrito per mancanza di vita interiore: il tempo si può solo abitare non manipolare. Siamo arrivati a pensare di non averne e di doverlo quindi guadagnare proprio per smarrimento del “senso del tempo”, un senso interiore con un orologio che non misura la quantità ma la profondità della vita. Abbiamo diminuito la capacità di indugiare sulle cose, di lasciare che si aprano e si mostrino vive, cioè scrigni capaci di donarci la vita che contengono.
Ho seguito in questi mesi la gravidanza di mia sorella, e niente educa al e il senso del tempo più della gestazione. Non si può accelerare una gravidanza, si può solo attendere: “è in dolce attesa”. Sembra un luogo comune, ma la verità si nasconde sempre negli angoli dei luoghi comuni. Si impara a indugiare, a godere della vita, solo se ci si lascia educare dal tempo che ci vuole, da tutto il tempo che ci vuole, solo se si ascolta la vita, così come facciamo quando balliamo: ci adeguiamo al ritmo, altrimenti siamo ridicoli. Sei fuori tempo, non hai il senso del ritmo: non hai il senso della vita, potremmo dire. Ho osservato le attenzioni che l’attesa di questa nipote ha generato attorno alla sua venuta. La parole attenzione ha la stessa radice di attesa, noi siamo attenti solo quando attendiamo: l’attesa ci rende presenti a noi stessi e abitiamo tutto il tempo senza che possa più sfuggircene il ritmo, senza che ci venga in mente di poterlo guadagnare accelerandolo. Lo acceleriamo proprio perché non lo sappiamo abitare, anche se può sembrare paradossale.
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