di Alessandro D’Avenia
«Quando ieri ci ha preso la nebbia e qualche sasso rotolò dalla collina ai nostri piedi, non pensammo alle cose divine né a un incontro incredibile ma soltanto alla notte e alle lepri fuggiasche. Chi siamo e a che cosa crediamo viene fuori davanti al disagio, nell’ora arrischiata». Così Cesare Pavese scriveva nell’ultimo dei suoi «Dialoghi con Leucò», intitolato «Gli dei», lamentando il fatto che non siamo più capaci di incontrare il mistero e la verità su noi stessi nel quotidiano, se non al momento della caduta.
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